Porta Elisa News

Grassi: "Ecco com'è andata"

giovedì, 29 maggio 2025, 07:32

di fabrizio vincenti

“Sono l'unico ad averci provato. Nessun altro lo ha fatto, e questi sono dati oggettivi. Se Lucca vive, dal punto di vista calcistico, l'ennesimo momento buio, i responsabili sono da cercare in chi ha gestito la Lucchese negli ultimi due anni e non altrove”: Stefano Grassi, amministratore unico e fondatore di Affida srl, che per settimane è stato vicino a rilevare la Lucchese spiega tutte le sue verità all’indomani della rinuncia ad acquisire il club dall’asta fallimentare. Spiega i contatti. I tentativi. Le speranze. E anche le circostanze che probabilmente hanno finito per frustrare la possibilità di mantenere in vita il club.

Come nasce il vostro interessamento per la Lucchese?

“Siamo stati contattati dal Comune, in quanto siamo da anni main sponsor della Lucchese. Abbiamo parlato con il sindaco e il suo staff e abbiamo avuto diversi incontri per trovare insieme una soluzione per evitare il fallimento. Da parte del Comune c'è stata disponibilità e altrettanta da parte nostra, visto che c'era la possibilità di fare investimenti, tra cui lo stadio, fermo restando che era poi da vedere se sarebbe stato possibile concretizzarli. Il sindaco revisore Varetti si è aggiunto agli incontri, dicendoci sin dall'inizio che non aveva una situazione aggiornata, ma che poteva fare una stima dell'ammontare del debito".

Avete valutato anche altre strade rispetto al fallimento?

“La composizione negoziata, ma serviva il via libera degli amministratori in carica; il concordato, ma secondo gli esperti, era complicato. Restavano l'acquisto, ma non avevo nessuna intenzione di acquistare da Mancini per ovvi motivi e quest'ultimo sono sicuro non avrebbe nemmeno venduto. Restava solo la possibilità di acquisire la società dopo il fallimento”. 

A cui siete arrivati.

“Il 13 maggio nella prima udienza è emerso che era il caso di chiedere il rinvio del giudizio, visto che una condizione imprescindibile era che la squadra rimanesse in C: siamo un'azienda leader del nostro settore e volevamo una situazione che garantisse il professionismo. Varetti ci ha chiesto di fare una manifestazione formale di interesse sia pure condizionata e senza indicazioni di cifre. Ma abbiamo chiesto rimanesse riservata e invece è uscito fuori il nostro nome”

La squadra nel frattempo si salva...

“La squadra è stata eccezionale. Ma non avevo posto solo quella come condizione, mai detto che sarebbe bastato solo quello. C'erano da capire i costi: abbiamo dato vita a un piano industriale e verificato quanti anni sarebbero occorsi per rientrare dell'investimento, che aveva interesse anche per lo stadio, ovviamente sapendo che i primi anni sarebbero stati in perdita”.  

C'era la questione del debito poi...

“Serviva che il debito venisse confermato. Varetti ci aveva più volte detto che il debito sportivo era stimato in 2 milioni lordi, dai quale andava tolta la fideiussione, ovvero 750mila euro e in più c'erano crediti sportivi per 200mila euro. Poco più di un milione di euro da pagare, insomma, per rilevarla. Se la cifra fosse stata questa, saremmo potuti andati avanti, a condizione che ci fossero state delle garanzie sulle sponsorizzazioni, necessarie per la gestione sportiva e ordinaria”.

Come pensava di farsi rilasciare  impegni dagli sponsor prima ancora di aver concluso l'acquisto?

“Avevamo chiesto delle lettere di intenti di eventuali sponsor, per capire la reale volontà di sostenere la Lucchese. Non ci siamo interfacciati direttamente con loro, ma lo hanno fatto il sindaco e il suo staff che mi hanno riferito di aver incassato risposte positive, ma prima c'era da definire con esattezza il debito sportivo. Se fosse stato confermato nelle cifre inziali comunicateci, avremmo deciso di procedere sciogliendo le riserve, e mi sarei attivato subito per fare il giro degli sponsor”.

I debiti a quanto ammontavano?

“Dopo il fallimento, il giorno stesso , c'è arrivata una email di Varetti con dei numeri diversi da quelli che sino ad allora ci erano stati comunicati. Era triplicato rispetto a prima: si passava da 1 a 4 milioni di euro, al lordo della fideiussione, dunque si passava circa da 1 a 3 milioni netti. Cerchiamo Varetti che non ci risponde immediatamente e il giorno dopo ci spiega che solo allora era stato messo nella possibilità di fare i conti finali comprensivi degli ultimi mesi. Lo stesso ammontare mensile degli stipendi era cresciuto da240mila a 340mila euro, da gennaio. E poi ci ha spiegato che non era chiaro se i contributi previdenziali e le ritenute irpef rateizzati/e fossero da considerare o meno:  secondo un avvocato interpellato da Varetti in Lega sarebbero stati da considerare. Sfido chiunque a non risentirsi alla luce di queste novità. E' una situazione anomala : di solito quando si compra si parte da 4 per arrivare a 2, qui è avvenuto l'inverso!”.

Quando vi siete incontrati con il curatore fallimentare Del Prete?

“Lunedì, prima per telefono, poi si è incontrato con lui Nencini in serata e ci ha detto che stava ultimando i conteggi definitivi”.

Qual era l'importo complessivo?

“secondo Del Prete si partiva da 2,2 milioni di euro, ma ballavano quei 900mila euro di contributi previdenziali e irpef rateizzati, dei quali non c'era ancora certezza e dalla Lega non era arrivato ancora nessun verdetto, nè su tali debiti eventualmente da aggiungere, nè sulla penalizzazione. A tutto questo c'era poi da sommare ovviamente la fideiussione da 750mila”.

I contributi sembrano proprio che non siano da pagare se non in minima parte, almeno subito.

“Del Prete lo ha comunicato martedì in serata, dopo che era già uscita la penalizzazione di 14 punti e dopo che avevamo già comunicato alla stampa la prospettiva di rinunciare all'acquisto, dato il debito che come minimo sarebbe raddoppiato e dal momento che i costi della gestione sarebbero a loro volta aumentati per la penalizzazione eccessiva e oltre le aspettative"

Del Prete vi ha formalizzato la cifra?

“In sede di appuntamento con Nencini, lunedì sera, gli ha fornito un prospetto non definitivo e da confermare una volta che la Lega avesse risposto su quei 900mila" 

Perché non avete detto nel comunicato che vi eravate ritirati ed avete usato una formula che lasciava ancora speranza?

“Ho aspettato troppo tempo a parlare; il comunicato che ho mandato alla stampa l'ho scritto domenica scorsa. Ho fatto questa riflessione: se i debiti sono 2,2 milioni, ovvero più del doppio di quanto ci aveva riferito Varetti in prima battuta, al 99%non interveniamo, ma mi volevo tenere quell'uno per cento nell'attesa di conoscere le cifre precise, sperando che fossero inferiori. Comunque, dovevo parlare per non alimentare illusioni che non ho mai inteso produrre e del resto ero subissato di telefonate e messaggi, ma se il debito fosse stato di un milione, come ci era stato detto,saremmo andati avanti con gli altri step (sponsor e asta)”, mentre se fosse stato confermato essere il doppio o più ci saremmo fermati, non certo per una questione di cassa bensì per una questione di sostenibilità del progetto" 

Il Fondo che possiede Affida è rimasto estraneo?

“Non c'è stato coinvolgimento del fondo, le voci circolavano ma non abbiamo mai confermato una simile ipotesi. Con il fondo ci confrontiamo ma non era coinvolto: la Lucchese sarebbe stata comprata con una società veicolo nostra”. 

L'ipotesi Serie D è ancora in piedi per quanto vi riguarda?

“Il tema delle Serie D è un tema che dall'inizio non era stato considerato perchè il Gruppo opera a livello nazionale e sarebbe stato giustificato un investimento  che garantisse una certa visibilità, per quelle che sono le policy del Gruppo alle quali ci dobbiamo attenere. Questa decisione non dipendeva tanto da noi. Poi il sindaco e il suo staff ci hanno chiesto di valutarlo considerando le difficoltà del salvataggio in C e, sapendo che eravamo gli unici interlocutori, ci hanno chiesto di parlare con il Ghiviborgo, i cui dirigenti ci hanno spiegato che sarebbero stati contenti della soluzione Lucchese, ma che tuttavia erano in trattativa avanzata con il Viareggio e dovevano dare una risposta in poche ore. Per queste ragioni abbiamo dovuto confermare la nostra decisione originaria. Se altri si inserissero su questo percorso della serie D ne saremmo felici e non faremo mancare il nostro supporto come fatto già in passato. Ho pensato di fare qualcosa per la mia città, avrò sbagliato nel confidare nei primi conti che mi sono stati forniti ma se la Lucchese è in questa situazione la responsabilità è di chi questa situazione l'ha prodotta e non dell'unica persona che ha tentato di fare qualcosa: vi risulta che qualcun altro si sia fatto vivo? Abbiamo forse tolto spazio ad altri investitori? Noi, almeno, ci abbiamo provato e in passato più volte siamo stati sponsorsostenendo la Lucchese negli ultimi 4 anni versando denaro”.

In questa vicenda ritiene di aver fatto degli errori?

"Come detto ne ho fatti nel confidare nei conti che mi sono stati riferiti al momento della manifestazione di interesse (ripeto : 1 milione netto, che sono diventati successivamente più di 2 e per un attimo ci veniva riferito essere addirittura 3; oltre ovviamente la fideiussione di 750mila); non voglio tuttavia attribuire colpe, essendo certo che tutti hanno agito in buone fede e in tempi molto stretti. Avevamo a disposizione un professionista come Varetti e i miei erano pronti a intervenire se fossero state confermate le condizioni iniziali”.

 






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